venerdì 29 ottobre 2010

Militia Carcani

Sono commossa dalla stima che Pontifex Carcano mi ha graziosamente dimostrato, seguendo il mio consiglio di proseguire la fulgente carriera di Komikazen, ma avrei preferito non mettesse in scena la farsa proprio in occasione del XX settembre a Porta Pia.
In un saturnale di sovversione delle ferree regole da lui stesso poste al resto dell'associazione, la manifestazione non autorizzata con larga partecipazione popolare di meno di mezza dozzina dei suoi primi pili, ha visto alcune magistrali interpretazioni.

La bella Rosalba Sgroia c'incanta nel ruolo di Colombina, da cui non dovrebbe discostarsi, ché scivoloni come il giurare sull'onestà di un'amica dei cui tradimenti è stata testimone, macchiano la gentile dignità con cui si mostra in pubblico e in privato.


Che dire dell'eccezionale mascherata da Meo Patacca al soldo del padrone del nuovo coordinatore di Roma Marcello Rinaldi? Ci spiace assai, stante l'aspetto dei suoi polpacci, che alle stilose brache corte non abbia accostato le lunghe calze a strisce che ne completano il costume.
D'altronde, non è dei guitti l'attenzione a menomi dettagli come abbigliarsi in maniera confacente l'occasione, o provvedere ai doveri del ruolo che la sua marchetta politica gli ha giovato quali l'aggiornamento del sito del Circolo di Roma ove risultano ancora la Bucci coordinatore f.f. e numeri di telefono da tempo ormai obsoleti. Non che ciò sia grave quanto stampare biglietti da visita fuor di misura, naturalmente.


Scadente invece la recita di Adele Orioli, altrove ottima attrice, nella toga di giurista davvero troppo grande per lei: artificioso il vittimismo con cui confonde ad arte i concetti di fermo ed identificazione, di rilascio ed allontanamento; raffazzonato il malconsiglio al Pontifex sulla risonanza di questo teatro d'avanguardia, recensito in quasi totale esclusiva su testate del livello de "Il giornale di Montesilvano".
Le più ricche vesti di contessina maggiormente le si confanno, chiudendo un occhio sull'abbinamento non propriamente armonico ma di certo conveniente, con la bandiera sovietica con la quale è adusa drappeggiarsi.


Ultimo, ma non per importanza, il nostro mirabile Pontifex ha manifestato, pur senza autorizzazione, la propria naturale predisposizione per il teatro dell'assurdo, facendo ridere là dove si sarebbe pianto, e piangere per quanto s'è riso. Toccante.

Certo, si può ben comprendere come Francesco Saverio Paoletti non potesse certo far parte di una simile compagnia; lui che, vergogna!, neppure una volta ha messo in ridicolo l'associazione ed il lavoro dei soci.

Con ansia ora attendo la rappresentazione di domani, con ben maggior trepidazione della scorsa stagione congressuale, nella quale è stata occasione di solo lieve riso far passare la nomina di prescelti a ruoli per essi confezionati in proporzione quasi d'uno a uno per un'elezione democratica.
Oh, non che ci sarebbe stato nulla di male in una tal nomina, se ciascuno dei prescelti avesse posseduto le necessarie doti e competenze, ma a chiamare le cose con il giusto nome non ci si diverte altrettanto.