mercoledì 23 settembre 2009

Alcuni sono più uguali




In uno dei commenti bloccatimi da Raffaele Carcano sulla pagina delle Ultimissime del sito UAAR, dicevo la mia sul programma degli incontri del giovedì alla sede UAAR.

In sostanza, mi auguravo che logistica ed organizzazione degli incontri venissero affidate a persone competenti, per evitare lo strascico di episodi inqualificabili seguito al convegno giuridico del 12 dicembre 2008, organizzato a Roma dallo stesso Carcano e da Adele Orioli.


Oltre alla conferma di un'abitudine reiterata relativa alle iniziative nazionali, infatti, quale quella di non dare un chiaro mandato al circolo territorialmente competente circa modalità e termini della collaborazione richiesta, si è visto in tale circostanza il tentativo di ribaltare al volo sul circolo di Roma e sul suo coordinatore i problemi inevitabilmente sorti all'ultimo momento.

E qui mi pongo in 'repubblicana' maniera, la prima domanda:
perché, pur essendo presenti nell'UAAR fior di professionisti di ogni campo dello scibile umano, non si è pensato di chiedere collaborazione a chi avesse esperienza oltre che in maniera più chiara ed entro tempi adeguati allo stesso circolo di Roma?

Si sarebbe evitato di dover cercare volontari per il servizio di rendicontazione all'ultimo momento con il rischio, puntualmente verificatosi, di impedimenti imprevisti.

E fin qui, siamo nel campo dei problemi organizzativi, tutto sommato non irrisolvibili, e della quale esperienza si può fare tesoro... sempre che si sia capaci di accettare rilievi pratici e critiche tecniche in modo costruttivo, senza pensare ogni volta ad un attacco personale alla propria sacra figura.

Ma ad un'altro punto voglio arrivare.

Nell'occasione della cena del solstizio del circolo di Roma, il 21 dicembre 2008, davanti ad un nutrito numero di soci di cui alcuni nuovi ed allibiti, la responsabile giuridica del comitato di coordinamento Adele Orioli, socia afferente al circolo di Roma, ha attaccato in maniera grave ed ingiustificata il coordinatore Francesco Paoletti, collega in seno al detto comitato, prendendo a pretesto la mancata esecuzione del servizio di rendicontazione del convegno del 12.

Comportandosi in maniera estremamente aggressiva ed isterica, Orioli gli ha indirizzato pesanti e gridati insulti, che a parte il tutto sommato lieve 'uomo di merda', non riporto per non cominciare subito a riempire di parolacce questo blog. Sono tuttavia accette integrazioni da parte dei soci romani presenti all'occasione.

Ora, è evidente che vi sono attacchi leciti, come questo a base di insulti in pubblico e comportamento da pescivendola (mi scusino le pescivendole, tutte estremamente cortesi, da cui ho avuto il piacere di servirmi ma necessitavo di un'antonomasia di uso corrente) ed altri che danno invece pubblico scandalo e suscitano riprovazione istituzionale.


A quest'ultimo tipo appartiene la mia critica all'operato di Adele Orioli in relazione alla vicenda del crocifisso di Ginosa, che ha indignato il segretario in quanto riprovevole manifestazione pubblica dei miei pregiudizi nei confronti di costei.

Io, che confesso di essere assai precisa e demodé per ciò che riguarda la semantica, ho immantinente replicato che no, non trattavasi di pre-giudizi, ma di giudizi veri e propri e ben formati, con tutte le loro motivazioncine al loro posto.

Per chi avesse sfortunatamente perduto o dimenticato il contenuto della mia replica, rammento volentieri che definii Adele Orioli "infida, capace di inusitate disonestà e perfidie" in privato, ed in pubblico "capace di tradimenti, menzogne e umiliazioni".

Tengo a sottolineare che non è mia abitudine il malanimo nei confronti di coloro che mi hanno preceduto (e spesso nemmeno in coloro che mi hanno seguito!) nella vita e nel cuore dell'uomo che amo, e della gelosia di cui Carcano mi ha accusata non porto alcuna traccia: non si può essere gelosi, né peraltro invidiosi, di chi si disprezza profondamente.

Esiste tuttavia una componente, nel giudizio che ho espresso, legata all'ambito relazionale personale: sono fermamente convinta che chi è capace di tradimento reiterato nei confronti del proprio compagno/a, a maggior ragione e con più facilità sarà capace per il proprio interesse di tradimento nei confronti di coloro che gli hanno affidato un mandato.

Questa parte del mio giudizio è stata, purtroppo per l'UAAR, confermata da fatti recenti che andrò prossimamente a dettagliare.

Ora però mi chiedo il motivo reale del doppio peso e misura utilizzato da Raffaele Carcano rispetto agli attacchi ricevuti dai componenti del suo comitato di coordinamento: qualcuno condivide la mia curiosità?

martedì 22 settembre 2009

Liberi di non credere. Forse.



Ecco, sabato 19 a Roma c'ero anche io alla manifestazione indetta dall'UAAR.
C'ero nonostante non ne faccia più parte da oltre due mesi, nonostante una frattura insanabile con la dirigenza dell'associazione che ha portato alle mie dimissioni da coordinatore provinciale, nonostante una condivisione non completa - ma quasi, in effetti - della piattaforma, ma soprattutto nonostante la mia intenzione di non esserci assolutamente.

Avendo però condiviso con il mio compagno Francesco Paoletti, responsabile dell'organizzazione, tutto il cammino che ha portato fino a 'Liberi di non credere', ho voluto restare con lui al mattino durante i lavori di allestimento, pensando di andarmene prima dell'inizio.

Non me ne sono più andata, colpita dall'accoglienza ricevuta da tanti iscritti e coordinatori di ogni parte d'Italia, che mi hanno confermato simpatia, stima e sostegno.

E' pensando a questi amici che apro questo spazio, dove finalmente ho agio di raccontare tutto ciò che non solo negli ultimi mesi mi ha portato alla scelta di dimettermi da coordinatore e socio, e di entrare apertamente in conflitto con la dirigenza.